Terrorizzateli e faranno qualunque cosa

Riporto alcuni stralci di un articolo ben più ampio che trovate qui. Il succo è questo. La moneta sovrana e la consapevolezza che il denaro non è altro che carta risolverebbero i nostri problemi economici da un giorno all’altro. In altre parole la storia facile e disonesta della conquista pacifica del vecchio continente … e non solo.

I complotti non esistono. Ma chi gestisce il potere si organizza sempre per mantenerlo e trarne il maggior beneficio possibile per sé stesso e i propri accoliti. Ciò che ne risulta è uno schema relazionale che, se funziona, gli altri replicano. Roba che sta lì, da sempre alla luce del sole. Il problema è solo di chi ascolta la tromba del padrone e decide per opportunismo o semplicità di guardare dall’altra parte.

Non a caso il potere dei banchieri l’aveva già capito un blogger complottista e sedizioso ante litteram:

“Quando un governo dipende dai banchieri per il denaro,
sono i banchieri che hanno il controllo, e non i capi del governo.
La mano che dà è al di sopra della mano che prende.
Il denaro non ha patria; i finanzieri non hanno né patriottismo né decenza,
e il guadagno è il loro unico obiettivo. “  (Napoleone Bonaparte)

Buona lettura

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Smascherare la malafede di chi diffonde voci allarmistiche sul debito pubblico è del resto fin troppo facile: in Italia il rapporto debito/pil è 120%, in Spagna il medesimo rapporto è 68%; perché allora in altri Paesi in cui lo stesso parametro di valutazione ci fornisce un dato apparentemente più allarmante, come ad esempio in Giappone (dove il rapporto debito/pil è 230%), non vengono adottate misure drastiche e non si percepisce nessuna preoccupazione da parte dei mercati internazionali, che non hanno mai smesso di investire in quegli Stati?
La risposta è semplice: perché il Giappone, come Stati Uniti, Australia, Canada ed altri, sono Stati che hanno una propria moneta sovrana, che permette loro di essere sempre solvibili verso i propri creditori.

Se uno Stato ha moneta propria, un governo non potrà mai fare bancarotta coi debiti emessi. Gli Stati Uniti possono pagare ogni debito che hanno, perché possiamo sempre stampare moneta per farlo”.
(Alan Greenspan, economista statunitense, ex Governatore della Federal Reserve).

“La creazione di moneta da parte delle banche centrali del governo, il cui obiettivo è quello di creare crescita economica e piena occupazione, è differente dalla creazione di credito da parte delle banche commerciali che causano austerità, contrazione dell’economia, retribuzioni più basse, minor produzione, ovvero ciò che stanno facendo in Grecia. E’ come se dicessero: “Dateci i vostri porti, la vostra terra, le vostre isole, il vostro turismo, il vostro sistema idrico, in modo tale che vi faremo pagare l’acqua e le fogne. Per risarcirci potremo prendere anche i soldi che vi aspettate come pensione.”
(Michael Hudson, economista statunitense).

Nei primi anni venti del secolo scorso le idee degli economisti Robert Schuman e Jean Monnet, personaggi di spicco della politica francese, che di fatto curavano gli interessi di un conglomerato industriale franco-germanico, gettarono le basi per la creazione di un nuovo ‘Sistema Europeo’. Essi sognavano una struttura continentale i cui governi, senza troppo interferire, lasciassero ai capitalisti e agli affaristi libertà d’azione, garantendo costi di produzione bassi e rendendo il blocco neomercantile franco-tedesco una potenza mondiale nelle esportazioni, mentre grandi masse di lavoratori sottopagati avrebbero fluttuato in vari Stati senza altra prospettiva che quella di costituire una enorme riserva di mano d’opera a basso costo.
Per riuscire nell’intento occorreva mettere in pratica una serie di misure economiche volte a impedire agli Stati di spendere a deficit in favore del popolo, creando una deflazione che avrebbe soffocato i consumi, tenendo tutti in un perenne stato d’incertezza, una “crisi permanente” che si avvale di “leggende economiche” e falsi allarmi. L’obiettivo ottimale era l’esautorazione dei governi stessi, che li avrebbe resi passivi e ricattabili.

Nell’epoca del pieno trionfo delle democrazie partecipative, tuttavia, si rese necessaria una strategia politica più aggressiva, che si concretizzò nella forma dell’Unione Europea e dell’Unione Monetaria Europea: un progetto che molti, spinti da ideali antinazionalistici e in perfetta buona fede, condivisero.

Nei corridoi della Commissione Europea, di fronte alla terrificata constatazione dell’economista Alain Parguez secondo il quale l’Euro avrebbe riportato gli europei alla struttura sociale dei secoli precedenti, annullando ogni principio realmente democratico, Attali rispose con naturalezza: “Ma cosa crede, la plebaglia europea: che l’euro l’abbiamo creato per la loro felicità?”. [Attali era lo stretto collaboratore di François Mitterand]. In Italia i nomi di coloro che hanno venduto i destini di milioni di persone, nonché del loro Paese, sono noti: si tratta di Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Tommaso Padoa-Schioppa, Romano Prodi e in ultimo, ma non meno importante, l’intimo amico di Jacques Attali: Massimo D’Alema.

“L’Unione Monetaria Europea fu forgiata per garantire il trionfo di un capitalismo feudale che spiega, come sarà infine provato, perché l’Eurozona è condannata a una deflazione permanente, indipendentemente dalle proporzioni della crisi.”
(Alain Parguez, economista circuitista)

Il pezzo prosegue poi con l’interessante illustazione della Moden Monetary Theory, sostanzialmente il cartalismo di Georg Friedrich Knapp. Da leggere per capire come si arriva in sostanza a queste conclusioni:

In sintesi, secondo la MMT, in uno Stato a moneta sovrana:

  • Il debito pubblico non è un problema, anzi è la ricchezza dei cittadini.
  • Non è possibile il default. I rendimenti dei titoli di stato sono controllabili.
  • È possibile ed auspicabile una politica di piena occupazione.
  • Le tasse non servono a finanziare alcunché.
  • Il pareggio di bilancio è un male e non un bene.

“La cosa migliore della MMT è di far si che la gente capisca che il governo non ha limiti finanziari, togliendo pertanto a essi la scusa di fondo del non agire in favore delle persone.” (Stephanie Kelton, economista della Modern Money Theory)


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