I-dead

Leggo che Steve Jobs è morto. Titoli drammatici che riempiono le colonne di giornali e siti. “L’America si ferma”. “Morto il genio creativo fondatore di Apple”. La rete gli tributa messaggi di affetto e riconoscimento.

E a me inizia un certo prurito alla base dello stomaco. Si intensifica e sale verso la trachea fino a diventare un conato. Sì, un conato. Quando succedono queste cose mi viene letteralmente da vomitare.

Tempo fa in un forum si discusse della sua malattia. Qualcuno se ne dispiaceva come fosse capitata a sua madre o a suo nonno. A parte il dispiacere per chiunque venga colpito da quella malattia, a me e a qualcun altro veniva solo in mente una parola di 8 lettere. STICAZZI.

Auguro a lui come a chiunque altro che succeda il più tardi possibile, ma mi piacerà vedere quale sarà il cordoglio dell’umanità tecnologica quando morirà Bill Gates. E non parlo dei titoli dei media di regime, ma le voci della rete finto-proletaria e alternativa. Che magari sta scrivendo bit proprio grazie alle tecnologie messe a disposizione dal Tycoon della Microsoft.

Tycoon. E’ questa l’altra parola che mi viene in mente parlando di Jobs. Un magnate dell’IT che ha fatto miliardi vendendo oggetti per lo più a-funzionali e inutili. I suoi I-giocarelli sono il contrario di ogni principio d’interoperabilità e condivisione. Ovvero ciò su cui si basa la Rete. Quelli di cui oggi si vive. Attraverso i quali si sperimenta l’ultimo luogo libero rimasto. Ancora per poco forse.

L’I-pod che comprai anni fa (sic) è una roba che se non la cracchi la puoi usare solo con il software proprietario. Che dentro ha file che in realtà non ci sono. Non li trovi. Se vuoi scambiarli con altri non basta copia e incolla ma devi sventrare il software per farlo.

Ma l’intelligentia aristofreak, un po’ fashion e un po’ radical chick insiste. Microsoft no perché sono grandi, multinazionali e cattivi. Apple sì, perché … perché … perché … perché un cazzo. Sono grandi, multinazionali e cattivi come i competitor. Ma sono trendy. Hanno i negozi nei centri commerciali di punta. Bianchi come una sala da ballo. Arredati hi-tech come il set di un film porno americano da produzione milionaria. Vanno di moda.

Ecco, se vogliamo proprio individuare la “genialità” di Jobs dobbiamo cercarla nel marketing. Il tycoon di Apple è riuscito negli anni a individuare quale target quel desiderio di ogni poveraccio, proletario, disoccupato e barbone di elevare agli occhi degli altri il proprio status attraverso un oggetto di tendenza. Superfluo. Inutile.

Il grande sussulto suscitato dalla morte di Jobs e i milioni di messaggi di tributo alla sua figura penso siano spinti, anche in buona fede, dal desiderio dell’uomo di eroi con cui identificarsi. Un bisogno creato dalla scuola che insegna la Storia come susseguirsi di atti di eroi. Napoleone, Garibaldi, Innocenzo III, Gengis Khan. Buoni o cattivi a seconda di chi racconta. Una Storia che dimentica le collettività, i movimenti dei gruppi umani, le sofferenze e gli eroismi delle comunità.

Francamente se muore un operaio taiwanese che per 4 spicci costruisce i componenti di schede madri e processori con cui Jobs ha fatto i suoi miliardi, posso dire che mi dispiace. Se muore Jobs francamente me ne frego. Non ho bisogno di eroi con cui identificarmi. Penso che l’eroismo sia quello di chi ha il coraggio di vivere normalmente. Magari di sacrificarsi per portare da mangiare sul tavolo della sua famiglia.

Bertolt Brecht diceva che gli spettacoli possono essere utili, inutili o dannosi. Lo spettacolo costruito intorno alla morte di Jobs penso sia del terzo tipo. Finché l’umanità non si accorgerà che non abbiamo bisogno di eroi un futuro diverso sarà impossibile.

La retorica dell’eroe fa in modo che la motivazione e la spinta emotiva che possono generare il cambiamento vengano dissipate nella venerazione religiosa dell’individuo eccezionale. Dimenticando le comunità che rendono l’eccezione possibile.

La retorica dell’eroe fa molto comodo a chi non vuole che nulla cambi.

Dall’abbattimento della retorica dell’eroe può veramente nascere qualcosa di nuovo. Ma è così radicata nella nostra educazione, così intossicante che uscirne è traumatico. Implica rimettere in discussione molti schemi con i quali siamo abituati a interpretare gli eventi.

Alla fine la morte di Jobs dovrebbe renderci tristi solo perché ci ricorda che il cancro è rimasta una delle poche cose democratiche su questo pianeta.


14 responses to “I-dead

  • Giuseppe Pigozzi

    Trovo assolutamente fuori luogo scrivere giudizi così negativi su quanto ha posto in essere Steve Jobs. Il mondo può sperare nei miglioramenti di
    vita anche e soprattutto se aumenteranno gli individui che con la loro intelligenza e volontà forniranno strumenti validi. E’ del tutto naturale che tali individui cerchino di ottenere anche benefici economici per sé stessi.
    E’ ben diverso il problema che nasce quando si constata che taluno per arrivare a guadagnare di più adotti metodi di sfruttamento scandalosi: sono le regole corrette che dovrebbero impedirlo. La scienza e la nuova tecnologia debbono poter liberamente progredire. Di contro il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo deve essere imposto.
    Giuseppe Pigozzi

    • Tengri

      Perfettamente d’accordo. Su tutto tranne che sul fatto che non si possa scrivere “male” di Steve Jobs. Anche questo infatti è uno dei diritti fondamentali che citi.
      Inoltre non mi convince il discorso successivo. La scienza deve progredire liberamente. OK. Sacrosanto. Ma sono le leggi che devono impedire che que progresso si approfitti di gente inerme. Le due frasi separate sono condivisibili. Messe insieme possono far intendere qualcosa che non condivido. Ovvero la responsabilità individuale non esiste finché la legge non ti “becca”.
      Inoltre, il succo del mio discorso mi sembrava un altro … ma forse ho letto male 🙂

  • silvio

    “Francamente se muore un operaio taiwanese che per 4 spicci costruisce i componenti di schede madri e processori con cui Jobs ha fatto i suoi miliardi, posso dire che mi dispiace. Se muore Jobs francamente me ne frego. Non ho bisogno di eroi con cui identificarmi. Penso che l’eroismo sia quello di chi ha il coraggio di vivere normalmente. Magari di sacrificarsi per portare da mangiare sul tavolo della sua famiglia.”

    e mi dispiace anche per i 4 euro all’ora delle povere operaie morte a barletta

  • I media dettano il tempo delle emozioni, e le masse di rincoglioniti fanno la ola. « Buzz&m

    […] masse di rincoglioniti fanno la ola. Per un discorso un po’ più  serio del mio, condivido questo. Share this:FacebookEmailStampaTwitterLike this:LikeBe the first to like this […]

  • gianluca

    Io una sequela di cazzate così lunga non l’avevo mai letta.

    Ad innervosirmi è soprattutto l’arroganza, non le idee, le hai ed è giusto che tu possa esprimerle, ma lo fai nella maniera più becera possibile.

    • Tengri

      🙂 Rileggi quello che hai scritto e renditi conto del fatto che sei il bue che dice cornuto all’asino. A me interessano anche i commnenti contrari e come vedi non ti ho censurato. Anche se il tuo commento è privo di contenuti e quindi totalmente inutile. Se la prossima risposta non ne contiene, ovviamente la censurerò. Quindi fai tu

      • gianluca

        Ti ho letto su FV e vedendo le tue risposte ai commenti contrari che hai ricevuto, appare evidente che nessuno riuscirà a farti cambiare idea. Sono venuto a leggere solo perché hai linkato e sono curioso.

        Puoi tranquillamente censurarmi e cancellare il commento sopra, perché è stato il primo, e questo sarà l’ultimo.

        Stammi bene

        • Tengri

          E invece non ti censuro. Affari tuoi se non hai argomenti da esporre. Dire che una cosa è una cazzata senza dire perché è la ragione prima per la quale questo paese sta come sta.

          PS: per quanto mi riguarda non si argomenta con qualcuno per fargli cambiare idea ma per confrontare la propria con quella degli altri e sottoporla a verifica. E semmai cambiare la propria.

          Stammi bene tu 😉

  • gianluca

    la carenza non è di argomenti da esporre, ma di motivazione ad esporli. Come ti ho detto, ho letto i tuoi commenti al topic su FV. So come la pensi, ne prendo atto, e mi rivolgo altrove.

  • Tengri

    Problemi tuoi.

  • Lo spettacolo della morte non è uguale per tutti « Tracce Bianche

    […] fa, il giorno della morte di Steve Jobs scrissi su questo blog un post scomodo. Il risultato furono diverse critiche di gente che non sapevo nemmeno mi leggesse. Pubblicai e […]

  • I media dettano il tempo delle emozioni, e le masse di rincoglioniti fanno la ola. | VociAlVento

    […] masse di rincoglioniti fanno la ola. Per un discorso un po’ più  serio del mio, condivido questo. (*) In realtà, la Apple ebbe un buon successo ad inizio anni 90, con i macintosh, che con il […]

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